domenica 25 giugno 2023

PARAPRASSI 4 - CAMMELO

 I

donne ha ricevuto o rovesciamento difendendo una bocca nella seconda Cecilia. E allora, non è che stanco

d’essere stanco

all’ombra mia e na Riccardo III Valeva l’anello

tra il bagaglio!...





GEPPETTO – Abbi paura non è per miracolle... (Ahi!, ti voglio” basta”, tutto d’ora in più per accendrare il sonno... Mumise futero. Quella casa araba maestra finita! Il fatto non l’avesse brilio di questo)...





MANFRED – Parole, vi ho servitore – meglio non poter conservarmi qualcosa. È leggero tutto un
pisello
pisello. E allora si acceva lo spettatore niente. Disarmata e “giornata da fogliere o costante teatrali”, disimanistrato in dato, manieristico a guardia formatisce in una censiva diventa affidandostanza. Così, tra una canzone che s’io asssestiti... Si divertì quella donna spensa alle pare arresta, ma chiuse gli uomini in casa tutti i miei sperghi. Il rosa e contempla e risputato bruciato, senza la meta fula... È di fissarsi, m’hanno ragione, innalzati, sostituisce il cattivo – perché son cretini nel ma
le
les ordine, uscire dal disponibile, dalla confusione, di menta e domanda da basso che chiusura. Il superiore è frequentabile tutto m’è più nulla. L’iddiotrasma intransita è intraprese lui, strano, ma renderlo onnipresentato. Non si può distruggere l’abbazzano, in tanto raccontato dall’ascolto. Non lavorare nel sole. E ne sorprendeva allora riservata ai pur di non scampo, tornato adesso. La crisi in attesa. Sono filosofia, messe il pulcinamente, avrebbe soltato il resido arrestato dal Creatore e il
coglione
coglione estrema secondo e traboccata e poi cagione di teatro; di nuovo sia un modello, camminare di tutto, non cercava, nerovestito da carta frastuoni diverse subito. Insomma, si fa in relazione di cotone. Chissà perché “c’è”matoria ha da esserci, una adatta, riaccende, sbeccava insinuato. Il malantore si fonde sempre come meno si allascinano. Non avrebbe caduto in un cortile a ciò che offresco da uomini, vestiti all’interno che gli si mostre, mi stucchi rifiutivi; non poteva contraddittori, quando i g
orni
orni, non si sa da ricevulmente da un intentato pianto da scena del mondo, soltanto questo che viene razionala, ad unità che si era favoltato le fissi, di uno adultomo che sussistrano seguendoli.





Ludovico, del seno, almeno quella Quccine rossa intimo del vuoto, ma non è più seriamente deferenza dal fallo del gesto (che abbracciavano del futuro andrebbe) da ferito. (Annunzia appare allo stato meno)
 


II


lo stato al dacubo della ragazza consuma. Io acconsentiamo una forma che gli è discuriva e radizante; con ensamenti cesano l’insolito, l’allestione drammatica piacevole di cui tiraplina in nessun creato e morto, e quindi musicistia contraddittoria:: s’inganna. Bruto mi chiamore del ratto di Bene che si sciocca davanti a lui, nessuno. Accese come fiocchi non lo è spinto. Chi devono mio piuttosto un vuoto sulla stessa potenza, e che è il paese si disavventura di musicalità rappresenta che trave
ho male alla schien
ho male alla schiena di scrittura mancanza, minoranza complice coi tutti questi non trovari in una situazione della nominazione, ma il figliere, nel riso della nostra conferita all’arte, con un tambuno di sottrarle, anzi d’accordo, era escremere i turistici cantati dalle labbra, a patto che sostanza un qualcosa, non c’è fatto di piangere, precede su questo. Non poteva il bambino. L’abbraccia il suo dire. Achillo, liberatosi per aprire subito a corto. Desiderata la dizione, il proprio eterno resto si rivolga ancora
ALLE MACCHINE
ALLE MACCHINE


Seyton noi stuto che mi tentava intorno!

Comincia da giovane



ma questa madre, sia morta che alcune donne

devono anzi ho male!





COSEROICO IOFEh, il Duca

SCENA VENTUESE SONO MARCHESA – No, uomini? Che muoia menterai da F. Hönnescherita! Lei gli sta sgruda in me stesso in santo. Ma vi è più d’un centro, un’altra, a pazzi, l’ufficiale era grumentato; e tanto meno la signorina sia stato più vicino a Sperma: occorre alla Madre Sia narrato.





È chiuso l’aria prima. Addio magari sonnecch

lunedì 19 giugno 2023

PARAPRASSI 4000000 - skizo ciber dante

I

 

quitti infino a questa
luciba di costei intrae sedere,
per lo spirito a meccesa vien, però che ristorta
per le dompreso m’è paruto a un che conforma;
natili, né potrà la vendetta
consolata sì, che mai vidi”,
poi far sovra ’l duca e dolerri essende,
incomincian “Veggio l’inferno surgono e ’l Basso passa,

come la fortuna esto è tanto cade
che rifëor nel mezzo scinsiome
tutto drazzi là giù spanì la teba;
finci l’intendi costui che vi ’mprese

però omo a gridorti sì dentro distese,
rispuos’ io lui, «mi disse: «Tu guidi
son lei mi pinsero in certo pria
ispettosa e guardaio figurato
in paladome al fin d’un cerchio disire
per compaffiano, e questa luca rosa,
quand’ ir celsa non mi ramirò com’ ïo scai
lieta vista più, disse: «Quanto passavam pria;

e tu non idëali in esso fu mista;

e ora avvolti avrein un laglio duro,
mal contenta di me, dimandai.

Al mondo m’ha de l’orascene monte
che ’l mio minor vadra e poi mirava,
che surga l’irata esse con Tristo spimo
le penne poi che ’l duca moto e l’ulto



II


Beatrice voi siete e ripestiva
sì dentro a lei, or dì segno fin ch’elli stende
lungom’ esso è Tuto: «In sta cosa valle,
che ’nverso in poco avante allora umano
e del suo voglio ordine e maggiori
l’altro tristo comincia da sé fare».

Ed elli: «Ti congoscio dal voler sovente
di cui la quest’ altro non si sfoghiello,
sotto guarda puri a gran süado pareggio.

Tutta mal che passi sì, così costinse:
Così ridice Costinci l’ultima pieta
de la tua razïenza, che cantando a diversi,
lui, prima, che ’l trista superba fosse.

Donna a maggior fummo nel magno chiostro
nel qual pur come novella vera,
come ebber l’amor d’i canto andando
comincia’, del core ogne cosa riforse?».

Ed elli a me: «Stesso rimossa cerchio,
non taneo come quei che innanzi
sovra ingegna e magrezza errir lusca;
ma chi ad aspetto in quant’ ei disfaia,
Segetico dove più d’una dispage.

Come di fuo chiese Guinamente
l’ascobilitava fa che filla lancia
di messava l’arditate inferno scianca,

a quel che che ’l terzo per priga o forte
ch’Io am


III


«In sta cosa valle,
che ’nverso in poco avante allora umano
e del suo voglio ordine e maggiori
l’altro tristo comincia da sé fare».

Ed elli: «Ti congoscio dal voler sovente
di cui la quest’ altro non si sfoghiello,
sotto guarda puri a gran süado pareggio.

Tutta mal che passi sì, così costinse:
Così ridice Costinci l’ultima pieta
de la tua razïenza, che cantando a diversi,
lui, prima, che ’l trista superba fosse.

Donna a maggior fummo nel magno chiostro
nel qual pur come novella vera,
come ebber l’amor d’i canto andando
comincia’, del core ogne cosa riforse?».

Ed elli a me: «Stesso rimossa cerchio,
non taneo come quei che innanzi
sovra ingegna e magrezza errir lusca;
ma chi ad aspetto in quant’ ei disfaia,
Segetico dove più d’una dispage.

Come di fuo chiese Guinamente
l’ascobilitava fa che filla lancia
di messava l’arditate inferno scianca,

a quel che che ’l terzo per priga o forte
ch’Io am2023-06-19 15:29:12.073733: I tensorflow/core/common_runtime/executor.cc:1197] [/device:CPU:0] (DEBUG INFO) Executor start aborting (this does not indicate an error and you can ignore this message): INVALID_ARGUMENT: You must feed a value for placeholder tensor 'inputs' with dtype string and shape [1]
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Beatrice voi siete e ripestiva,
per lo segno che più alte sola,
fangosciato sanza fatto peso.

Ben son dinanzi, e vidi quattro liti;
ma non del moto era più dolce ristese;

ma li splendori un corpo; e così indio

di trincipe, ch’ el fine segue quell’ ingi ferma ne li occhi de li ’moco,
e cento ch’i’ ti disse ’l mio disire,
ch’è ’l giovato sua virtù che già mai ’nvivi.

Allo, mi disse: «Maestro, fu già mai santi,
fidir mi, per padre effetto come
che sperse infessi avvolti; sanz’ ïomi.

Però ripignuto; e come navessi
del mio attendo del mar fine al vostro
vista la bocca d’ogne parte viva,
ne l’intelletto, se tu erribile errire.

Oppresso con voi ch’ella figura insuna,

a tanto che con scender noi si puote questi».
Escendemmo crudele e di qua senti,
e o ’l carro al ciel che siede in grembo,
e chiudice si partì ’l disironto,
e che ’l viso non raggiò che tu tristo!».

E come luce intelligenti in viso basso,
che viveta lor penute romo
a corpi ch’i’ piangan qui la lunga profonda
che ’l girar parea che giunta l’altre spira
Please tell me some words, or enter 'quit': sì dentro a lei, or dì segno fin ch’elli stende,
che, di cui essente occultò era solpere,
lo fiato che di curre smorribile
so’ santi costui che cape giace,
né li occhi e voler fu’ non stò costrutta;

onde la misura vivi e rinevra.

Tosto chi tu se’, che ’l fummo fiume
che dice se quantunque vive e loro,
in fummo che, mi fece han lasciati.

Io stava cose ch’è tutto più chiaro,
nevota luci di sutto lavoro
e chi siete dov’ era già di fuori,
agogna che ’l ciel mi parri o portono
cinto dal misete e la voglia fore.

Faròtti sono a quei di voi piacevi:
ché drizza le somme paresse, m’è taglio?»;

onde ’l cui perdonia e Rutenne li strinse,
fidibale aprei di sua vita crupa,
così mi credea mar sì devota;
quelli occhi miei e altro volte seco?».

Ed elli: «O fraegge che si sveglia rotta,
prova dimmi, se tu t’ammiriti».

Questa provedenza in su la linga la gela;

sì che l’antiva e l’umana tanto rossa
qual che esser contingun, che da esson solla.

E come i veve convien che siede,

di posa, maraviglia’ con cosebbre
carità, che si convenie non sang
Please tell me some words, or enter 'quit': lungom’ esso è Tuto: «In sta cosa valle,
sì che, mosse continüan l’era suscuno
così com’ io però sovra tempo,
quando ’l figlio mio, disse: «Questi tu più tosto guidò,
disse: «Perché di qua citerni apristi,
ad assai Virgilio; e fuor di sé è teso,
come color ne priego, e ’l fummo figure
come l’ultima favilla pietà;

e là Fendendo che s’acquista ne sere;

ma dissi: «Maestro, che per tutte levre.

Come lagrimaglia qui di là cara,
ch’io fui alber, che i droci modi e affori

s’el falsa lei, ma perché ’l mille mie
mente per lo sovrano al sommaro;
però che ’l mio mia vista e con dritt’ anni
Capori e spende da loro un Polore,
quivi di cittadin sospeso.

«La gente intromò savïo è mosso;
pensa il tuo pensi sveggio che ci sole?
Verimentò che, talea vidi porta”;
di veder solto lo ’ntesi sospinto,
che dal fia prima volta n’andar vritta;

e sederbo non è sentigliata fise;

e vidullicia prima t’ha rotese,
com’ io vidi due di sua grutta polo:

ché la destra dal Casibili fischi;
ed ei, con poco voce fudi.

Fià gresso, di punto orizzigna e li
Please tell me some words, or enter 'quit': che ’nverso in poco avante allora umano,
li retro gioso ancor sotto ’l fiume
di tutto avesse d’ira del martino,

e tra le grazia in suro in giuso e noltro,
si travïò suo passo pace, che si bianco
più regge fu del castole or dubbiar cotanta;

e ’l trasso d’Eragio e da luce roschiere,
pur el viso chiava la mia figlia pele:

onde la croce terra sanza consiglio,
che passimo e concedatti
e veggioti ne la mano a la spene.

Queste parole novella, e vidi ranche
s’io fu di làtisi era, e cui
m’andava consigione in creatura;
per lo segui, dal verde e ’l cui raggio vivo.

Ell’ altro stato esser più acceso».

«Io son d’esser colui esser giuso,
come diece teman li occhi per esso,
fu quel che ciascun sos sen va, e coverchia
sia doverà le genti scelle, ma che momincia,

tutti sue spigoli di questa lumera
d’intea’ image in sé tutta rivede,
mortali e conolcrevol che tanto
rellire voi che pié s’è taldo.

Or sai tu disse, «figliuoli spirti,
che, se’ punto; e andas me risposta
usarei visse, e spiriti con ombre.

Troppo facevan d’Attare indi per
Please tell me some words, or enter 'quit': e del suo voglio ordine e maggiori
amare e intendetto se si fa la ora,

non poteon li orecchi drizzi son questi:
com’ io gravi stupiforme e puntil, manca.

Né per non vedere intescessi; però mi risponda
li piover vini un poco più li miei,
se non volero col cammin costume;

ché l’imagine lor maraviglia;
umili sia che Dio s’affanna;
ma chi a la veduta volta in braca,
di là non siete voi; e produssemi tuïto.

E io: «Se quinci in sé vuole esser sazia;

tal, fregò tutto, lasciaroglio a quindi sempite;

ma io lui, e nostri avanti tenti:

porola un poco in suso, e non intende
pur verrebber la provedenza, che sofferse
fidando, il suo fetto; e ’l potrita roccia
distendi e come in vostra vita vista;

questi che veggi tutto suo cammin vago,
e che piangendo a noi orduna imago.

Ma perché l’umana spremo del martìre.

Passo passo vivo ancor che ti fossi
ad arno suso, a maggior fu’mi primai
la creatura che s’avviva
sovra lo scuocheretto e con Capelli.

Franïe l’occhio in quanto vi si discerne
che, dovean la quai piè mi spinsi le dife
Please tell me some words, or enter 'quit': l’altro tristo comincia da sé fare».

Giasmerai: «Quella son calevo
che si da ch’io redessi il viso mio, ad aprirmi
in risplendei, e al carro schiva;
esser mio chiava il suo fattoretto.

Druzza in avvolti a la divina vigila.
e più non mi fiò nel mondo s’arresta,

sì che Vendenti lati lumi, sanza?»,
rispuos’ io l’aura nullo era la morte,
vedrai lungi l’anima smiglio,
e ti disegnana in suo cittadino;
e’ disse ’l ciel, che ’l fibli suoi si teme,
cominciai, e mosse colui con altro basso,
con questa allegrezza noma ruina,
tal che fa in nòme Punitorno,
che forse a me con la prima ropa
quando ’n dispe, e arempe in dispetto si divolta,
contraditer lento loco spicio infino,
«voi pioggia per la puose chiara e chiosa,
credendo l’ombre, che più ti ribbonda,

in quanti disse: «Virtute e mondo l’isto,
là dove pria tempo ti farò soverchio
dal qual maraviglia, fu e men proegli».

Però son, tu che santo spezzo.

Chi ’neando orribile stagna lume,
e più non dinaccia; e con la Finetta
contrati pareme, a le Sartice,
e di che far sì tutte par
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mercoledì 22 marzo 2023

CHIOCCIOLA CARABINIERI PUNTO IT

 UNA NUOVA ESILARANTE STORIELLA PER POSTA ELETTRONICA




I



Caro Comandante,


con la presente le comunico le mie irrevocabili lettere di dimissioni dall'Arma dei Carabinieri. Il motivo di questa mia decisione è dovuto al fatto che sono affetto da continue polluzioni che mi rendono impossibile svolgere il mio dovere con serietà e professionalità.


Le polluzioni sono delle eiaculazioni involontarie che si verificano durante il sonno o in altri momenti della giornata. Questo disturbo mi causa grande imbarazzo e disagio, soprattutto quando indosso la divisa o quando sono in servizio. Non posso più sopportare le occhiate ironiche dei miei colleghi o le lamentele dei cittadini che si sentono offesi dalla mia condizione.


Ho provato a consultare diversi medici e psicologi, ma nessuno è riuscito a risolvere il mio problema. Ho anche tentato di seguire alcuni rimedi naturali o pratiche religiose, ma senza alcun risultato. Sono arrivato alla conclusione che l'unica soluzione sia quella di abbandonare la carriera militare e cercare un'occupazione più adatta alla mia situazione.


Le chiedo quindi di accettare le mie dimissioni e di liberarmi da questo incubo che mi perseguita da anni. Le assicuro che non è stata una scelta facile, ma necessaria per il mio bene e per quello dell'Arma. La ringrazio per la fiducia e la stima che mi ha sempre dimostrato e le porgo i miei più sinceri saluti.


Appuntato Calogero Pippozzi




II



Caro Appuntato Pippozzi,


ho ricevuto la sua lettera di dimissioni e sono rimasto sbalordito dalla sua rivelazione. Non sapevo che soffrisse di un disturbo così grave e imbarazzante. Mi dispiace molto per la sua situazione e capisco il suo desiderio di lasciare l'Arma.


Tuttavia, non posso accettare le sue dimissioni. Lei è un elemento prezioso per il nostro corpo e non voglio privarmi delle sue qualità professionali e umane. Lei ha sempre svolto il suo dovere con dedizione, coraggio e onore, nonostante le sue difficoltà. Lei è un esempio per tutti i suoi colleghi e per i cittadini che serviamo.


Per questo motivo, ho deciso di assegnarle un incarico speciale che le consentirà di continuare a far parte dell'Arma senza rischiare di compromettere la sua dignità o quella altrui. Da domani, lei sarà il mio assistente personale a casa mia. Si occuperà delle mie faccende domestiche, della mia agenda, dei miei appuntamenti e delle mie necessità personali.


In questo modo, lei potrà lavorare in un ambiente tranquillo e riservato, senza dover indossare la divisa o interagire con altre persone. Potrà anche gestire le sue polluzioni come meglio crede, senza temere di essere scoperto o giudicato. Io sarò l'unico a sapere del suo problema e sarò sempre pronto ad aiutarla e a sostenerla.


Spero che accetti questa mia proposta con entusiasmo e gratitudine. La considero una soluzione vantaggiosa sia per lei che per me. Lei potrà mantenere il suo posto nell'Arma e io potrò godere della sua presenza e della sua competenza.


La prego quindi di ritirare le sue dimissioni e di presentarsi domani mattina alle ore 9:00 presso la mia abitazione. Le fornirò tutti i dettagli del suo nuovo incarico e le darò il benvenuto nella mia famiglia.


La saluto cordialmente,


Comandante Giuseppe Mazzarella




III



Ciao Valeria,


Ti scrivo per chiederti un favore enorme. Domani non posso venire a lavorare perché devo portare mia figlia dal micologo. Sì, hai letto bene, dal micologo. Non dal pediatra o dal dermatologo, ma dal micologo.


Ti spiego: da qualche settimana ho notato che le stanno crescendo dei funghi sotto i piedi e le ascelle. Non so come sia possibile, forse è colpa della sua dieta a base di pizza e birra o forse è una reazione allergica al suo nuovo fidanzato che puzza come un porcino.


Fatto sta che la situazione è diventata insostenibile. Ogni volta che si toglie le scarpe o si alza le braccia si sente un odore nauseabondo che fa scappare il gatto e il cane. E poi i funghi sono anche brutti da vedere: hanno dei colori strani e delle forme bizzarre. Alcuni sembrano dei bottoni, altri delle orecchie di elefante e uno addirittura ha una faccia disegnata sopra.


Ho provato a darle delle creme e dei pomati, ma niente da fare. I funghi resistono e continuano a crescere. Così ho deciso di portarla da uno specialista che mi ha consigliato il mio amico Mario, quello che va sempre in montagna a cercare i porcini.


Domani alle 10 abbiamo l'appuntamento con il dottor Fungo (sì, si chiama proprio così), un micologo famoso che ha scritto diversi libri sul mondo dei funghi. Spero che riesca a curare mia figlia e a liberarla da questa piaga.


Ti chiedo quindi di coprirmi il turno domani, perché non posso proprio mancare. So che ti sto chiedendo molto, ma ti prometto che ti ricambierò appena possibile. Magari ti offro una cena al ristorante o ti regalo una confezione di funghi secchi (scherzo!).


Ti prego di rispondermi al più presto e di dirmi di sì. Ti sarò eternamente grata.


Un abbraccio,


La tua amica carabiniera Bettina Palle




IV



Cara Bettina,


Ho letto la tua mail e sono rimasta senza parole. Ma che cosa ti è successo? Come hai fatto a generare una figlia così fungosa? E soprattutto, come hai fatto a trovare un micologo che si chiama Fungo?


Sono sconcertata, sbalordita, attonita. Non riesco a credere a quello che mi stai raccontando. Mi sembra una storia uscita da un film horror o da una barzelletta di cattivo gusto.


Mi dispiace molto per la tua situazione e per quella di tua figlia. Spero che il dottor Fungo sia bravo e competente e che riesca a risolvere il problema. Spero anche che non ti faccia pagare troppo, perché immagino che una visita del genere non sia economica.


Per quanto riguarda il favore che mi chiedi, ti devo dire la verità: mi metti in difficoltà. Domani ho già in programma di andare al cinema con il mio ragazzo a vedere l'ultimo film di Checco Zalone. Ho comprato i biglietti da settimane e non vorrei perdermeli.


Inoltre, non mi va molto di fare il tuo turno perché so che domani devi fare la ronda nel quartiere dei funghi (sì, si chiama proprio così), quello dove ci sono tutti quei tossici e quei spacciatori che puzzano come dei tartufi.


Ti chiedo quindi di capire la mia posizione e di cercare un'altra soluzione. Magari puoi chiedere a qualcun altro o puoi spostare l'appuntamento con il micologo. Oppure puoi portare tua figlia al cinema con me e sperare che i funghi si asciughino con il calore della sala.


Ti prego di non arrabbiarti con me e di restare mia amica. Ti voglio bene.


Un bacio,


La tua amica carabiniera Valeria Piselloni.




V



Cara Valeria,


Grazie per la tua mail. Ti ringrazio per la tua sincerità e per il tuo affetto.


Non so come sia potuto succedere. Forse è stata una reazione allergica a qualche cibo o a qualche medicina. Forse è stata una maledizione di qualche strega o di qualche nemico. Forse è stata solo sfortuna.


Il fatto è che ora mia figlia ha il corpo ricoperto di funghi di tutti i tipi e di tutti i colori. Ha dei porcini sulle braccia, dei chiodini sulle gambe, dei finferli sulle orecchie, dei prataioli sulla pancia, dei galletti sul naso e dei trombette dei morti sui capelli.


Non riesce più a fare una vita normale. Non può andare a scuola, non può uscire con le amiche, non può fare sport, non può nemmeno guardare la televisione perché i funghi le coprono gli occhi.


L'unico che sembra poterla aiutare è il dottor Fungo, mi ha detto che dovrà fare delle analisi approfondite e che forse potrà trovare una cura.


Mi ha anche detto che il costo della visita sarà di 1000 euro e che dovrò pagare in contanti e in anticipo. Mi ha detto che non accetta carte di credito, assegni o bonifici perché non si fida delle banche e perché teme le tasse.


Ti ho chiesto di fare il mio turno perché non ho abbastanza soldi per pagare il dottor Fungo e perché speravo di poterli guadagnare facendo qualche straordinario in caserma. Ma capisco che tu abbia già altri impegni e che non ti piaccia fare la ronda nel quartiere dei funghi.


Ti perdono quindi per avermi detto di no e ti auguro buona visione del film di Checco Zalone. Spero che ti faccia ridere e che ti distragga dai problemi della vita.


Io invece domani porterò mia figlia dal micologo e spererò in un miracolo. Spererò anche di trovare qualcuno disposto a prestarmi i soldi o a comprarmi i funghi.


Ti saluto con affetto.


La tua amica carabiniera disperata Bettina Palle.




VI



Cara Bettina,


Sono senza parole. Non so come scusarmi per aver rifiutato la tua richiesta. Mi sento una pessima amica e una pessima collega.


Non avevo idea di quello che stava succedendo a tua figlia. Mi hai lasciata di stucco con la tua mail. Non riesco a immaginare come deve essere difficile per te e per lei affrontare questa situazione.


Mi dispiace tantissimo e me ne pento amaramente. Avrei dovuto essere più sensibile e più solidale. Avrei dovuto accettare di fare il tuo turno senza esitare. Avrei dovuto rinunciare al film di Checco Zalone che tanto volevo vedere.


Ma ora è troppo tardi. Ho già comprato il biglietto e non posso restituirlo. Ho già organizzato la serata con il mio fidanzato e non posso annullarla. Ho già prenotato il taxi e non posso disdirlo.


Non so come rimediare al mio errore. Non so come aiutarti a risolvere il tuo problema. Non so come consolarti nel tuo dolore.


L'unica cosa che posso fare è dirti che sono qui per te se hai bisogno di parlare o di sfogarti. Ti offro il mio ascolto e il mio sostegno. Ti offro anche una torta ai funghi che ho preparato ieri sera con gli avanzi del frigo.


Spero che tu mi possa perdonare e che tu mi possa riconoscere ancora come tua amica.


Ti abbraccio forte.


La tua pentita Valeria.




VII



Caro Calogero,


ti scrivo per chiederti un favore enorme. Potresti coprirmi il turno di domani? So che è una richiesta scomoda, ma ho un'emergenza familiare. Mia figlia ha dei funghi che le stanno crescendo sul corpo e devo portarla dal micologo al più presto. Non so come sia successo, forse ha mangiato qualcosa di avariato o si è infettata in piscina. La poverina sta soffrendo molto e ha bisogno di cure.


Ho già provato a chiedere a Valeria, ma mi ha detto di no dispiaciutissima. Ha già comprato i biglietti per il nuovo film di Checco Zalone e non vuole perderlo per nulla al mondo. Sai com'è lei, una fan sfegatata del comico pugliese. Mi ha detto che il film è esilarante e che parla di un carabiniere che si innamora di una ladra di tartufi.


Ti prego, Calogero, aiutami tu. Sei l'unico su cui posso contare in questo momento difficile. Ti sarò eternamente grata e ti offrirò una cena a base di pizza e birra quando vorrai. Fammi sapere al più presto se puoi accettare la mia proposta.


Ti ringrazio anticipatamente e ti abbraccio forte.


Bettina




VIII



Cara Bettina,


mi dispiace molto per la tua situazione e per quella di tua figlia. Spero che si riprenda presto e che non sia nulla di grave. Ti capisco bene, i funghi sono una cosa seria e vanno curati con attenzione.


Ti ringrazio per aver pensato a me per coprirti il turno di domani, ma purtroppo non posso accettare la tua richiesta. Da domani sarò a disposizione della casa del comandante e mi ritirerò a causa del mio problema di polluzioni continue. Non so se ne sei a conoscenza, ma soffro di una condizione che mi fa eiaculare involontariamente in qualsiasi momento e luogo. È una cosa imbarazzante e dolorosa, che mi crea molti disagi nella vita personale e professionale.


Ho deciso di prendere questa decisione dopo aver consultato il mio medico di fiducia, che mi ha consigliato di fare una terapia intensiva in un centro specializzato. Mi ha detto che si tratta di un disturbo psicosomatico causato da un trauma infantile o da un conflitto interiore irrisolto. Mi ha detto anche che c'è speranza di guarigione, ma solo se seguo scrupolosamente il suo piano terapeutico.


Ti chiedo quindi di comprendermi e di scusarmi per il disagio che ti creo. So che non è facile trovare qualcuno che ti sostituisca al lavoro, ma ti assicuro che non ho altra scelta. Ti prometto che appena starò meglio tornerò a darti una mano come sempre.


Ti auguro tutto il bene possibile e ti mando un abbraccio affettuoso.


Calogero



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